[A cura di: Confabitare]
È ormai cosa ben nota a tutti che con il Decreto Rilancio il Governo ha inteso introdurre una versione “potenziata” dei bonus esistenti, con lo scopo di sostenere l’economia nazionale a seguito della grave crisi indotta dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Sostegno che, nell’intento dell’Esecutivo, deve passare evidentemente attraverso il rilancio del comparto edile privato e “giocare” sull’effetto volano indotto da tutti i lavori direttamente o indirettamente connessi agli interventi di riqualificazione energetica e per la messa in sicurezza sismica degli immobili privati.
“L’innesco” di tale effetto domino dovrebbe essere dato dal potenziamento delle già esistenti detrazioni fiscali, che dovrebbero indurre i proprietari a dare il via ad una sorta di “olimpiade delle ristrutturazioni”.
Questo almeno – pensa Confabitare – doveva essere l’intenzione del Governo. Nei fatti, però, si è trattato di un “treno del rilancio” partito male e in ritardo!
Il rimando ai decreti attuativi, arrivati tardi e, purtroppo, a volte scritti male, non hanno esattamente spronato le persone verso questo incentivo.
Né la tempistica è apparsa ai più “percorribile”, visto che l’innalzamento sino al 110% delle percentuali di detrazione già previste, al ricorrere di alcune condizioni e solo per le spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 sino al 31 dicembre 2021 è apparso limitativo e non del tutto attinenti alla realtà, visto che la crisi ha privato molte persone delle necessarie risorse e le banche, per parte loro, non sembrano aver accolto con troppo entusiasmo la norma o, più probabilmente, la sua pratica attuazione.
I tempi a detta di tutti, inclusa Confabitare, sono apparsi da subito troppo stretti. Se il termine dei lavori non verrà spostato in avanti, creando così un periodo di almeno tre anni di operatività, difficilmente l’iniziativa potrà avere il successo sperato.
Ed infatti, l’assenza di un riferimento alla proroga del Superbonus 110% oltre il 2021 all’interno del Documento programmatico di bilancio preoccupa Confabitare: “Da quanto ci è dato capire, nel Documento programmatico di bilancio non si fa cenno al prolungamento del Superbonus 110% sino almeno al 2024, come da tutte le istituzioni annunciato a gran voce – commenta il presidente Alberto Zanni -. “È chiaro a chiunque che, oltre a leggi complesse che hanno bisogno di tempo per essere assimilate compiutamente dagli operatori, vi è anche un problema di operatività prevista dal Superbonus 110% e che non sarà certamente possibile risolvere nei mesi residui previsti dal decreto precedente”.
Come si fa a non capire che la condizione di eseguire i lavori di cosi grande portata negli edifici in un solo anno sarebbe insostenibile al punto da spingere molti a neppure iniziarli?
Sempre il Presidente di Confabitare sottolinea che nella nota c’è da aggiungere “la stagione invernale appena iniziata è caratterizzata dalla seconda ondata del Covid, che porterà “ulteriori ritardi alla normale attività edilizia e tutto ciò non potrà che bloccare ogni ragionevole inizio lavori da parte degli operatori, pena la oramai probabile impossibilità a finire gli stessi entro dicembre 2021”.
Se a ciò si somma la difficoltà – ma anche l’impossibilità in molti casi – di convocare le assemblee condominiali che dovrebbero deliberare i lavori per l’adesione al superbonus, si comprende come il termine indicato rischia solo, se non esteso fino almeno al 2024, di far fallire quasi completamente un’iniziativa sulla carta vincente.
L’auspicio della nostra associazione – conclude il Presidente Zanni – è che “questa scelta da parte del Governo sia solo dovuta alle attese connesse allo sblocco dei fondi europei, visto che così come congegnato il Superbonus va proprio nella direzione green tanto auspicata dall’Unione Europea. Invitiamo quindi il Governo a dare risposte chiare e definitive, per evitare il rischio di far precipitare in una ennesima profonda crisi tutto il settore e sprecando una grande occasione di ristrutturazione del nostro patrimonio edilizio”.