Non soltanto Rete Irene. Tra chi non è particolarmente entusiasta dello slittamento dell’obbligo della contabilizzazione in condominio c’è anche l’Ancca: Associazione nazionale contabilizzazione del calore e acqua, che spiega le proprie ragioni per voce del presidente Hans Paul Griesser (nella foto), intervistato da Italia Casa e Quotidiano del Condominio.
Presidente Griesser, come commenta la proroga al 30 giugno dell’entrata in vigore del decreto sulla contabilizzazione del calore?
In qualche modo me lo aspettavo. Ora la preoccupazione maggiore riguarda la possibile reazioni della Commissione europea e la possibilità che vengano comminate nuove multe all’Italia. In questo senso, sarebbe stato forse meglio prorogare l’entrata in vigore delle sanzioni. Ma, poiché la competenza era di province e regioni, era probabilmente impossibile.
Auspico che questo tempo in più sia utile al Ministero per fare chiarezza sulla contabilizzazione. Il problema maggiore sul tema, infatti, è la disinformazione che circola. Da più parti, sono state dette troppe cose sbagliate o inesatte che, di fatto, hanno sfavorito il consumatore finale. Se questa proroga aiuta a fare chiarezza, contrastando la disinformazione, allora ben venga, anche se ovviamente chi ha rispettato i termini di legge si sente un po’ preso in giro.
Cavallo di battaglia di chi voleva la proroga è stata la scarsità di forze in campo da parte delle ditte installatrici. Ma è stato chiamato in causa anche ritardo con cui è stato emanato l’ultimo decreto in materia, lo scorso luglio 2016. Qual è il suo parere su questi due aspetti?
Mi sembra abbastanza ridicolo sostenere che ci sia stato un sovraccarico di lavoro. È vero che il carico di lavoro, negli ultimi mesi, è aumentato notevolmente. Ma più che una motivazione, sembra una scusa. Sul mercato la possibilità di trovare soluzioni c’era eccome. E, come sappiamo, l’obbligo lo si conosceva da anni.
Quanto al decreto integrativo 141 del luglio 2016, esso è stato interpretato in chiave “restringente”, mentre, in realtà, liberalizza: nel senso che dà in modo abbastanza chiaro, la possibilità, entro certi limiti, di non adeguarsi alla normativa. Anche qui, dunque, si è data un’interpretazione sbagliata, il che pone nuovamente l’accento sul problema della disinformazione, che andrebbe risolto. Anche perché crea un vero e proprio sentimento di odio nei confronti della contabilizzazione.
Vorrei però fare un’altra puntualizzazione. La direttiva europea dice di contabilizzare. In teoria anche con ripartitore non a onde radio (nessuno lo dice). Quindi altro che 2000 euro ad appartamento come è stato sbandierato: per l’apparecchio senza onde radio, si spendono 20 euro (da moltiplicare per ciascun radiatore). Se non c’è la valvola che regola il riscaldamento bisogna aggiungere altri 50 euro per radiatore.
Chiaramente i sistemi a onde radio, con lettura ogni mese o due volte al mese, rappresentano un lusso. Ma, per ripartire i costi secondo i consumi, si poteva fare anche senza. Il senso della direttiva europea è quello di promuovere risparmio energetico e riduzione dei consumi, vale a dire che se apri la finestra con il riscaldamento acceso consumi di più e paghi di più. Questo senso di fondo Si è si è un po’ perso per strada.