[A cura di: Coordinamento Free – www.free-energia.it] Il decreto Semplificazione avrebbe dovuto rimuovere, prima del decollo del PNIEC il prossimo gennaio, tutti gli ostacoli che in modo ingiustificato rallentano o addirittura impediscono la realizzazione dei suoi obiettivi. Lo afferma il Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica (FREE).
Nella versione approvata dal Senato, che presumibilmente non sarà modificata dalla Camera, è stato risolto il tema dello spalma-incentivi volontario, per cui ora anche gli impianti che non avevano aderito a quella misura “perversa” potranno partecipare alle aste e registri del DM FER 1 e di altri successivi DM. Sono ammessi agli incentivi impianti fotovoltaici da realizzarsi su cave o discariche dimesse a prescindere dalla destinazione d’uso. Sempre per il fotovoltaico, sono state introdotte le semplificazioni richieste per il revamping/repowering, per le installazioni domestiche e per la sostituzione dell’amianto. Sono state infine individuate procedure autorizzative adeguate per i sistemi di accumulo.
Non sono stati invece approvati altri emendamenti decisivi per la realizzazione del PNIEC. Bocciato l’emendamento che definiva le modifiche non sostanziali che consentivano un iter autorizzativo semplificato per il ripotenziamento degli impianti eolici.
Bocciati gli emendamenti che avrebbero semplificato le procedure riguardanti sia la realizzazione degli impianti mini-idro e geotermici con ridotto impatto territoriale, sia la conversione del biogas in biometano.
Il bicchiere è dunque solo parzialmente pieno, e le semplificazioni mancanti rischiano d’impedire il rispetto di tutti obiettivi assunti in sede comunitaria che, oltre tutto, dovranno essere maggiorati dopo il prossimo innalzamento al 50-55% della riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2030.