All’approvazione del Dl Crescita ha fatto seguito non soltanto una furiosa ondata di polemiche sollevate dagli operatori del comparto delle efficientamento energetico (si veda, ad esempio, Riqualificazione energetica in condominio, Cna: “Il Dl Crescita rischia di bloccare il mercato”), ma anche un’azione di “denuncia” più concreta: quella messa in atto da Rete IRENE – realtà che raggruppa appunto una pluralità di imprese attive nel settore della riqualificazione energetica degli edifici – che lo scorso 16 maggio ha presentato (assistita da LS Lexjus Sinacta con gli avv.ti Gabriele Baldi e Vincenzo Timpano) una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato denunciando l’impatto restrittivo della concorrenza che discenderebbe dall’art. 10 del Decreto Crescita (D.L. 34/2019 attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge), il quale ha introdotto una nuova modalità di fruizione delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica e consolidamento antisismico degli edifici.
Si tratta, in particolare, del riconoscimento in favore dei beneficiari di uno sconto immediato, in misura corrispondente alla detrazione fiscale, applicato dall’impresa appaltatrice sul corrispettivo ad essa dovuto. Sconto poi rimborsato all’impresa sotto forma di credito d’imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione e non cedibile ad altri soggetti (per gli interventi di riqualificazione energetica è stato anche dimezzato da dieci a cinque anni il periodo di compensazione).
“La norma del Decreto Crescita – spiega Rete Irene – produce una indebita distorsione delle dinamiche concorrenziali che danneggia gravemente le piccole e medie imprese, favorendo indebitamente i soli operatori economici di grandi dimensioni, gli unici a disporre della capienza fiscale necessaria per poter compensare i crediti d’imposta acquisiti. Il nuovo meccanismo porterà ad avere un mercato dominato dai soli grandi operatori con ricadute negative in danno dei consumatori (proprietari delle unità immobiliari oggetto di riqualificazione) destinati a subire condizioni economiche sempre più onerose”.
Ma qual è, allora, l’alternativa proposta da Rete Irene? “Abrogare la norma o, in alternativa, almeno integrarla prevedendo che il credito d’imposta attribuito a rimborso dello sconto sul corrispettivo dei lavori, oltre che utilizzabile in compensazione, possa anche essere oggetto di cessione, cosicché anche le piccole e medie imprese potranno beneficiare del nuovo meccanismo”.