L’Associazione ITALIA SOLARE (che rappresenta gli operatori del fotovoltaico) in una lettera indirizzata al Gse torna ad affrontare il tema critico delle operazioni di recupero degli incentivi del III, IV e V conto energia per gli impianti fotovoltaici che hanno usufruito della detassazione prevista dalla Tremonti Ambiente e che non abbiano, entro il 22 novembre 2018, provveduto a rinunciare spontaneamente ai benefici fiscali da essa derivanti, come annunciato dal Gse in un comunicato stampa del 22 novembre 2017.
L’associazione aveva già scritto lo scorso mese di ottobre ad Agenzia delle Entrate, MiSe e Gse per sollecitare una soluzione del problema dell’incompatibilità tra Tariffe incentivanti III, IV e V Conto energia e la detassazione della Tremonti Ambiente.
“Nonostante la date del 22 novembre 2018 sia molto vicina, ad oggi l’Agenzia delle Entrate, non ha ancora fornito le indicazioni tecniche in proposito, nonostante le nostre numerose sollecitazioni – sottolinea Paolo Rocco Viscontini, presidente di ITALIA SOLARE -. Attualmente le procedure previste dall’ordinamento tributario non mettono a disposizione dei contribuenti strumenti tali da poter rinunciare alla detassazione Tremonti Ambiente fruita in passato”. Come se non bastasse, si stanno moltiplicando pronunce della giurisprudenza tributaria che mettono in discussione il principio del divieto di cumulo su cui si basa il comunicato stampa del GSE.
“È evidente – prosegue Viscontini – che la rinuncia ai benefici fiscali richiesta dal Gse risulta, nella maggior parte dei casi, tecnicamente impossibile allo stato attuale, anche per coloro che volessero rispettare le indicazioni contenute nella nota stampa del Gse stesso”.
Secondo l’associazione, nei primi mesi del 2019 si dovrebbe avere la pronuncia del giudice amministrativo sulla legittimità del cumulo fra Terzo e Quarto Conto e Tremonti Ambiente. Appare quindi ragionevole posticipare la rinuncia ai benefici della Tremonti Ambiente al momento in cui si saprà se tale rinuncia è effettivamente necessaria o meno. Il posticipo, spiega ITALIA SOLARE, è necessario anche sulla base del principio di semplificazione degli oneri per i contribuenti che si vedrebbero costretti prima a rinunciare ai benefici fiscali e poi a dover azionare un procedimento amministrativo per recuperare quanto versato. L’associazione nella sua lettera chiede al Gse di tenere conto della situazione reale e di procrastinare l’eventuale avvio dei controlli fino ad almeno tre mesi successivi alla diramazione delle istruzioni operative da parte dell’Agenzia delle Entrate. Così facendo si potrà permettere a chi voglia rinunciare alla Tremonti Ambiente di essere nelle condizioni di farlo.
Un avvio delle procedure di revoca – ribadisce l’associazione nella sua lettera al Gse – risulterebbe illegittimo, non soltanto per le note ragioni di diritto, ma anche per eccesso di potere nella misura in cui si fonderebbe sulla mancata tenuta di un comportamento che risulta nella maggior parte dei casi giuridicamente impossibile.