[A cura di: Finco – Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni] Angelo Artale, direttore generale FINCO, ha partecipato nei giorni scorsi all’Audizione della Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni presso la X Commissione della Camera dei Deputati (Attività produttive, commercio e turismo).
Con lui:
Massima l’attenzione sull’articolo 10 del cosiddetto Decreto “Crescita”, ora convertito in Legge 28 giugno 2019, n. 58.
Ad oggi, le ricadute sul patrimonio industriale di settore e sulla relativa occupazione ad esso connessa sono pesanti. Il tema dello sconto in fattura per gli interventi di efficientamento energetico si presenta estremamente critico, l’impatto su migliaia di piccole imprese è seriamente grave.
È stata ravvisata la mancanza di un’adeguata analisi di impatto della Regolamentazione, così come del mancato ascolto degli stakeholders. Si tratta sì di una norma predisposta con il lodevole intento di favorire da una parte il consumatore e dall’altra le imprese della filiera, ma il problema che si pone ora è che sta dando risultati opposti. Molte sono le imprese restie a praticare questa opzione e i consumatori, non trovando accoglimento della richiesta di sconto in fattura, hanno congelato gli acquisti. Il calo degli ordinativi raccolti nella prima metà di settembre è una realtà.
La filiera dei serramenti e delle schermature solari, ma anche delle chiusure tecniche ed affini, vede impegnate molte decine di migliaia di addetti che stanno vivendo un momento di grande fibrillazione e di grave preoccupazione. I rischi che si corrono coinvolgono tutta la filiera, che già nelle prossime settimane potrebbe fare ricorso a procedure di ammortizzatori sociali.
È stato ricordato inoltre che gli interventi di efficienza energetica subiscono una ritenuta alla fonte dell’8%, una sorta di tassazione anticipata che già da tempo sta mettendo in difficoltà il settore. Lo “sconto in fattura” non fa che peggiorare questa situazione, anche dal punto di vista dell’Erario, applicandosi tale percentuale su un valore ridotto.
Sotto questo profilo è opportuna, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi energetici del 2030, almeno per quanto riguarda il risparmio energetico negli edifici, la stabilizzazione dei meccanismi di detrazione fiscale che continuano ad essere soggetti a rinnovi annuali. In particolare è stata proposta una modulazione in base alla durata del tempo di rientro della detrazione: 55% se in 3 anni, 60% se in 5 anni, 65% se in 10 anni.
Commenta così l’incontro la presidente di Anfit e Caseitay Laura Michelini: “È andata bene, ho notato una discreta presenza di parlamentari all’audizione. Ci sono state poste diverse domande tra cui quella su come modificare lo sconto in fattura. Qual è la nostra opinione? Che va eliminato, ma se proprio il Governo non riesce ad ammettere l’errore, occorre almeno limitarne l’applicazione escludendo i lavori inferiori a una certa soglia e contenendo la cessione del credito agli istituti bancari. Le PMI sono essenziali per la crescita del nostro Paese, penalizzarle vuol dire penalizzare il Paese e il raggiungimento stesso degli obiettivi climatici”.