La questione, soprattutto nelle ultime settimane, è stata già affrontata sotto molteplici punti di vista: giuridico, tecnico, economico. Restava, tuttavia, ancora da comprendere quale potesse essere l’impatto del nuovo Ape sull’andamento del mercato immobiliare. Ebbene, l’analisi effettuata dal portale Casa.it risponde al quesito facendoci comprendere anche quale valore diano effettivamente gli italiani alle tematiche dell’efficienza energetica in ambito residenziale.
IL NUOVO APE
Facciamo un passo indietro. Dal 1° ottobre di quest’anno sono entrati in vigore i nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo Economico che completano il quadro normativo in materia di prestazioni energetiche degli edifici. Il Decreto Legge “Linee guida per la certificazione energetica degli edifici” contiene la nuova disciplina per l’Attestazione della prestazione energetica degli edifici (APE 2015). Ebbene, come è noto il nuovo Ape sarà uguale per tutto il territorio nazionale e offrirà al cittadino, alle Amministrazioni e agli operatori maggiori informazioni riguardo all’efficienza degli edifici e degli impianti, consentendo un più facile confronto della qualità energetica di unità immobiliari differenti e orientando il mercato verso strutture con migliore qualità energetica.
In particolare, le classi energetiche passano da sette a dieci, dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore). Il certificatore incaricato di redigere l’Ape dovrà effettuare almeno un sopralluogo presso l’edificio o l’unità immobiliare oggetto di attestazione. Inoltre, l’attestato dovrà indicare le proposte per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, distinguendo le ristrutturazioni importanti dagli interventi di riqualificazione energetica e segnalando le informazioni su incentivi di carattere finanziario per realizzarli. Infine, il Decreto Legge definisce uno schema di annuncio di vendita e di locazione che uniforma le informazioni sulla qualità energetica degli edifici e istituisce un database nazionale dei certificati energetici (Siape).
GLI ANNUNCI
Secondo l’indagine effettuata da Casa.it sull’offerta immobiliare presente nelle grandi città italiane – che costituisce oltre il 50% del totale delle abitazioni in vendita nel nostro Paese – gli annunci che riportano la classe energetica dell’appartamento in vendita rappresentano solo il 57% del totale, mentre per oltre il 40% delle abitazioni in vendita non viene fatto cenno alcuno alla classe di appartenenza. E per gli immobili in affitto la situazione è addirittura peggiore: la percentuale di annunci che riporta la presenza di certificazione energetica scende infatti al 34% del totale.
Dall’analisi geografica si evince che le regioni più virtuose sono quelle del Nord Est, con Trentino Alto Adige e Veneto a guidare la classifica, mentre nel Sud del Paese il tema della certificazione e del risparmio energetico sembra non avere fatto ancora breccia.
In generale, comunque, nei primi 9 mesi del 2015 si rileva una crescita positiva degli immobili in vendita e in affitto corredati di Ape, con un aumento del 25% per gli immobili in vendita e del 21% per quelli in affitto rispetto allo stesso periodo del 2014.
GLI ACQUIRENTI
A circa 4 anni dall’introduzione della normativa sulla certificazione energetica obbligatoria l’analisi effettuata da Casa.it dimostra l’impatto che la stessa sta avendo sui valori di vendita delle case e, soprattutto, se il fattore del risparmio energetico sta influenzando o meno le scelte dei potenziali acquirenti. Sulla base delle specifiche richieste che giornalmente arrivano sul portale di Casa.it si nota che i fattori che condizionano significativamente la decisione di acquisto sono nell’ordine:
* la zona in cui si trova l’immobile;
* il prezzo di vendita;
* la presenza o meno di un box.
La rilevanza della classe energetica relativa a un appartamento usato sopravanza solamente la presenza di doppi servizi nella casa. In sintesi, a oggi la domanda sembra essere più sensibile al tema dell’efficienza energetica quando si tratta di acquistare una casa di nuova costruzione, mentre quando la ricerca si focalizza su appartamenti usati o da ristrutturare a incidere maggiormente sulla decisione d’acquisto è la “location” dell’unità immobiliare.
IL COMMENTO
“La crisi della domanda e la conseguente flessione delle compravendite, in particolare per gli immobili costruiti negli ultimi 15 anni nei comuni dell’hinterland delle grandi aree metropolitane, sta incidendo sulla revisione al ribasso dei valori di vendita – spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile del centro studi di Casa.it – e, di conseguenza, sta di fatto restringendo la forbice fra il prezzo di una abitazione nuova certificata in una delle prime tre classi e quello di una abitazione usata ma ristrutturata, localizzata nello stesso quartiere, che potrebbe essere di una classe inferiore. All’interno delle città, invece, il gap fra i prezzi tra nuovo certificato nelle prime tre classi e usato di classe inferiore è percepito come meno importante, e ciò convince l’acquirente a optare per un appartamento in classe A invece che in classe D o F grazie al risparmio reale che si ottiene in termini di consumi energetici legati soprattutto al riscaldamento o al raffreddamento dell’immobile”.
Il tema del risparmio energetico viene, così, spesso utilizzato come “leva di marketing” e il suo impatto positivo sui costi condominiali annui ha il suo peso nel persuadere l’acquirente all’acquisto di un immobile seppure non esattamente coincidente con quelle che erano le sue aspettative iniziali, soprattutto in termini di localizzazione.