Tra le innumerevoli misure del Decreto legge 34/20 (Decreto Rilancio) del quale si attende la conversione in legge da qui ad un mese, nel mondo condominiale c’è particolare attesa intorno al Superbonus, che, su tutta una serie di lavori di efficientamento, prevede – dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 – una detrazione fiscale del 110% da recuperare o nell’arco di cinque anni oppure da modificare in sconto in fattura.
In questi termini il provvedimento sembra facile e conveniente per tutti. In realtà non è esattamente così e a farlo notare è Veronica Pitea, presidente di A.C.E.P.E.R., Associazione produttori e consumatori energie rinnovabili, che ancora una volta lancia l’allarme, sottolineando il pericolo a cui il settore va incontro.
Non è la prima volta che Veronica Pitea pone l’accento su problematiche sottovalutate dal Governo: qualche mese fa si faceva portavoce dei suoi associati con una lettera scritta al presidente Conte, chiedendo un maggiore sostegno durante il periodo di pandemia. Ed ecco che il presidente di A.C.E.P.E.R. torna alla carica in difesa dei suoi associati: “Anche se il Decreto sembra vantaggioso, la verità dei fatti è che si dovrà attendere il mese di luglio perché il superbonus possa concretizzarsi, e allorquando l’applicazione della stessa misura dovesse essere soggetta a rimandi nel tempo le imprese sarebbero destinate, inevitabilmente, a rimanere bloccate. Può anche andar bene la normativa, ma sarebbe opportuno prima pensare a come far ripartire i cantieri”.
Come rimarcato dall’associazione, occorre inoltre considerare già da adesso che:
Peraltro, “il decreto legge va convertito: devono essere comunicate le istruzioni e le assemblee condominiali devono fare i conti con le limitazioni. Stando a ciò, sono ad oggi numerose le imprese che hanno segnalato il blocco dei cantieri proprio quanto, invece, ci si aspettava la ripartenza dopo lockdown: stando alla nuova normativa, per avviare i primi lavori, serviranno almeno sei mesi.
Come se non bastasse, per le piccole e medie imprese accettare la richiesta del cliente che desidera ottenere la cessione o lo sconto diretto in fattura vuol dire rinunciare alla liquidità così importante in questo periodo.
E gli interrogativi in atto sono ancora tanti:
“Da parte nostra – conclude Pitea – vigileremo su ognuno di questi aspetti, per il benessere del settore e dei nostri associati”.