“I dati diffusi dall’Isprasottolineano impietosamente l’assenza di efficaci politiche a contrasto del consumo di suolo in Italia”. A dichiararlo è l’ing. Sandro Simoncini, urbanista e direttore scientifico del Centro Studi Sogeea, secondo il quale “alla mancanza di una legge nazionale, mai licenziata dal Parlamento nonostante molteplici tentativi, si accostano spesso sciagurati provvedimenti degli enti locali, non certo in grado di arrestare le campagne speculative. È un fatto, purtroppo, che le tematiche ambientali riscuotano attenzione quasi esclusivamente in fase di campagna elettorale, mentre praticamente non se ne trova traccia durante l’attività istituzionale”.
Come illustra l’urbanista, “ciò che maggiormente colpisce nel dossier dell’Ispra sono in particolare due aspetti: innanzitutto, gli indici di consumo di suolo nel nostro Paese non si ridimensionano in valore assoluto nemmeno di fronte alla diminuzione della popolazione; secondo, la cementificazione più consistente avviene nelle città medio-grandi, che proseguono la loro folle corsa verso l’esterno accentuando il fenomeno della dispersione urbana e creando nuove periferie fisiche e spirituali. Il tutto mentre, salvo rare eccezioni, le buone pratiche come la deimpermeabilizzazione di aree edificate e poi abbandonate o la riqualificazione di apparati industriali dismessi sono sporadiche o addirittura neppure prese in considerazione. Segno inequivocabile che il tema della rigenerazione urbana è per lo più confinato ai dibattiti accademici e raramente trova lo spazio che merita nell’agenda di governo degli amministratori locali”.