“È indubbio che in Italia sia, fino ad oggi, mancata la cultura della prevenzione e della manutenzione. Prova ne è la mancanza di investimenti – o quanto meno la loro frammentazione – per la messa in sicurezza dei territori e degli edifici pubblici e privati, che è emersa in tutta la sua drammaticità anche in occasione degli eventi sismici di questi ultimi mesi. Se è chiaro che va preservato il patrimonio edilizio, la prevenzione non può che rappresentare un binomio indissolubile con la rigenerazione”. Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, secondo il quale “Pur partendo dall’urgenza della ricostruzione post terremoto, serve realizzare un progetto strategico per le città che le renda fulcro dello sviluppo economico e sociale, destinando alle politiche urbane una rinnovata attenzione progettuale accompagnata da uno sforzo economico che guardi ad un orizzonte temporale pluridecennale”.
E in questo contesto è prioritaria la sicurezza: “Per non lasciare che la prevenzione rimanga un concetto vuoto, è indispensabile un modello di riqualificazione che la metta al centro, ma che al tempo stesso punti alla qualità architettonica e ad un modello Paese che tenga conto dell’innovazione digitale, delle nuove tecnologie, dell’energy technology”. Il che, come sottolinea Capocchini, richiede tempo: “Non può che trattarsi di un piano almeno ventennale, che sarebbe certamente l’occasione per far compiere al settore delle costruzioni un salto in avanti verso l’innovazione. Non solo sicurezza, dunque, ma anche risparmio energetico e smart building”.