[A cura di ATC – Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale – www.atc.torino.it]
Come riqualificare gli spazi abbandonati, attigui alle case popolari? Soprattutto se la proprietà è indefinita o di un ente che si occupa dell’assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica? Una possibile risposta è quella che ha inserito nella sua tesi di laurea uno studente del Politecnico di Torino, Emanuele Depretis, grazie anche al tirocinio formativo svolto all’interno dell’ATC del Piemonte Centrale.
Pannelli informativi che raccontano la storia delle case popolari e i servizi del quartiere; panchine intelligenti alimentate da pannelli fotovoltaici per ricaricare smartphone e auto elettriche; case mobili dove ospitare progetti sociali; nuovi sistemi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Sono progetti che potrebbero trovare spazio in alcune delle numerose aree verdi o grigie di proprietà di ATC nelle periferie torinesi. Spazi attigui a grandi complessi di case costruiti nei decenni passati, che dopo l’edificazione avrebbero dovuto subire passaggi di proprietà ma sono rimaste, di fatto, di pertinenza dell’Agenzia e oggi sono spazi bisognosi di manutenzione e ancora in cerca di riutilizzo.
Per il corso di laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale, lo studente doveva elaborare un progetto pertinente con la realtà professionale con cui stava collaborando: così, sono nate alcune proposte smart per riqualificare spazi abbandonati in alcuni quartieri torinesi di case popolari (a Cenisia, Mirafiori Sud e Campidoglio) che saranno parte integrante della tesi che discuterà a breve.
“La grandezza di queste aree non permetteva ipotesi fantasiose e irrealizzabili – spiega De Pretis – . Per questo ho puntato su interventi semplici, che però potessero garantire rigenerazione urbana nei quartieri in cui venire realizzate. Il posizionamento di vecchi container riqualificati o case mobili permetterebbe, ad esempio, di trovare una sede per iniziative con finalità sociale a costi ridottissimi, mentre le panchine intelligenti, che forniscono elettricità in modo ecologico, trasformerebbero l’area verde in un piccolo giardinetto utile anche per chi deve lavorare o studiare con pc e smartphone da collegare alla corrente. L’obiettivo del progetto era, in sostanza, non solo di far tornare quegli spazi fruibili da tutti coloro che vivono in quel quartiere, ma anche di farlo in un’ottica di una città intelligente, la cosiddetta smart city”.