[Intervista a cura di:Vincenzo Perrotta]
Con la stagione invernale ormai alle porte, ritorna all’ordine del giorno delle assemblee condominiali la questione del risparmio energetico e dell’isolamento termico degli stabili. Tra le tecnologie per la coibentazione degli edifici, una delle meno invasive è sicuramente quella dell’insufflaggio. Si tratta di una tecnica relativamente recente, ma che sta prendendo piede soprattutto nel Nord Italia e che consiste nel “soffiare” un materiale costituito da fibre di cellulosa, tra le intercapedini dei muri. Per conoscere nel dettaglio questa nuova tipologia di intervento, abbiamo intervistato l’ingegnere Davide Contu (nella foto) della Nesocell Srl (società completamente italiana nata da uno spinoff del Politecnico di Torino) e il coordinatore per il Nord Italia, il dottor Francesco Vinci.
In cosa consiste l’insufflaggio?
L’insufflaggio è una tecnica molto poco invasiva che permette di ottenere risparmi energetici notevoli attraverso l’utilizzo di una cellulosa riciclata che viene inserita tra il muro perimetrale interno dell’edificio e quello esterno. In particolare, i fiocchi Nesocell permettono, anche dal punto di vista del comfort, un alto grado di traspirabilità, tale per cui non si produce odore di viziato una volta inserita la cellulosa nelle pareti e coibentata la casa. In termine tecnico si dice che viene fatto un pannello in situ, cioè si crea un pannello di cellulosa di legno all’interno delle intercapedini o nei sottotetti.
La domanda di interventi: qual è l’andamento delle richieste? Ritenete ci sia informazione sufficiente a riguardo?
In un contesto edilizio in cui il nuovo è sostanzialmente fermo e in una situazione di crisi che stenta a passare, la domanda di riqualificazione dell’esistente è l’unica che ancora traina il mercato. Ma se le richieste di insufflaggio e di preventivazione sono tante, l’informazione, purtroppo, è ancora abbastanza frastagliata e carente. Impegno e mission di Nesocell (collegata all’attività di produzione, vendita e insufflaggio) è quella di informare il panorama dei tecnici e dei professionisti del settore con corsi di formazione e crediti formativi.
A quale tipologia di edifici si può applicare l’insufflaggio? Nel panorama nazionale, di quanti edifici si parla?
Fare delle stime attendibili non è possibile. In generale, tutti gli edifici costruiti tra gli anni ’60 e la fine degli anni ’90 possiedono le caratteristiche della struttura degli edifici in cemento armato e della cassa vuota. Vale a dire, con un muro interno, una intercapedine vuota e un muro esterno. L’insufflaggio va proprio a riempire quell’intercapedine tra il muro perimetrale interno e quello esterno. Per isolare un edificio l’importante è riuscire a fermare l’aria, e la cellulosa di legno introdotta nell’intercapedine consente di ottenere questo risultato, isolando automaticamente l’alloggio.
Quanto può costare l’intervento? Con che tempistiche viene realizzato? Quali sono i margini di rientro dell’investimento?
Se parliamo di alloggi in condominio, il costo del nostro intervento è molto limitato. Per un appartamento medio di 80-100 metri quadri si va dai 1.500 ai 2.500 euro, a seconda del numero di facciate esposte, se un solo lato o due. La velocità è un’altra caratteristica del nostro intervento. Ci vogliono un giorno o due al massimo per effettuare l’insufflaggio. Rispetto ai tempi dell’investimento, dato il costo così contenuto e visti i risultati, tangibili direttamente sul risparmio del riscaldamento, i tempi di rientro sono dell’ordine di 3-4 anni al massimo, incentivi esclusi.
Gli incentivi statali. Sono ancora necessari per questo tipo di mercato?
Su una spesa così limitata gli incentivi costituiscono certamente un aiuto, ma non sono così discriminanti e indispensabili. Spesso ci troviamo di fronte a casi in cui, laddove il proprietario di casa fa l’insufflaggio esclusivamente della sua abitazione, si ricorre soltanto al bonus del 50% per la ristrutturazione e non a quello del 65% che prevede l’obbligo della certificazione energetica; questo perché il costo della certificazione non va a coprire quel 15% di differenza. D’altra parte è giusto sottolineare che, grazie al nostro intervento, le abitazioni guadagnano un paio di classi energetiche, il che è molto importante nel caso in cui il proprietario deicida poi di vendere l’immobile.
Le valvole termostatiche, per i condomìni dotati di impianto centralizzato, diventeranno obbligatorie dal primo gennaio 2017. In che termini si può parlare di conflitto con l’insufflaggio? Qual è la differenza tra “risparmiare” e “consumare di meno”?
Sappiamo tutti che, nei condomini, il primo e l’ultimo piano sono i più penalizzati in caso di contabilizzazione in quanto sono quelli con più superficie a contatto con l’esterno. Il compito di Nesocell è proprio quello di intervenire al primo e all’ultimo piano, isolando il sottotetto o il piano pilotis, dove è presente. Grazie alla nostra cellulosa si ottiene un risparmio vero e proprio in quanto il calore non fuoriesce più dalle pareti. Questo è molto importante se si tiene conto che normalmente gli edifici sono costituiti per il 30% da infissi e per il 70% da superfici opache, cioè muri. Con la contabilizzazione, a limite, si può consumare di meno se si decide di tenere i termosifoni meno caldi. In definitiva, l’accoppiata non è affatto in conflitto, anzi, contabilizzazione e insufflaggio potrebbero convivere tranquillamente all’interno di un appartamento.
Perché la scelta dei fiocchi di fibra di cellulosa, rispetto ad altri materiali solitamente utilizzati? Quali vantaggi comporta?
Ricordiamo che il nostro prodotto è unico al mondo, coperto da due brevetti internazionali e siamo l’unica azienda che produce cellulosa derivante da scarto di cartiera e non da carta da macero, quindi assolutamente pura e priva di additivi dannosi per la salute. Se parliamo di cellulosa in generale, includendo oltre alla cellulosa Nesocell quella derivante da carta da macero che costituisce tutto il resto del mercato, la grande differenza rispetto agli altri materiali è che la cellulosa rende assolutamente traspirabili i muri, quindi non va a creare muffe né condense. In particolare, nella cellulosa Nesocell non sono presenti additivi dannosi per la salute, ma sono contenuti esclusivamente verderame in calce idrata che la mette al riparo da blatte, muffe e roditori, e idrossido di alluminio, che la rende ignifuga e al sicuro da possibili corto circuiti, in quanto, solitamente all’interno dell’intercapedine, sono collocati anche gli impianti elettrici dell’edificio.