La nuova ondata di caldo africano che si sta abbattendo in questo giorni su buona parte della penisola, non consente ancora di ridurre il ricorso ai condizionatori, a tutto danno sia della bolletta, sia dell’ambiente.
Ci sono, tuttavia, alcuni accorgimenti che consentono di tenere al fresco la propria abitazione senza spendere un patrimonio e, al contempo, contenere le emissioni inquinanti. Di seguito i consigli di Italtherm, azienda italiana leader nella produzione di impianti di riscaldamento e raffrescamento.
Dispositivi troppo vecchi sono un male per l’ambiente e le tasche. Se si intende sostituire il proprio condizionatore è bene innanzitutto orientarsi su apparecchi di classe energetica A+, A++ e A+++, capaci di assicurare una fortissima riduzione dei consumi energetici dato che, tra una classe e l’altra, i consumi possono variare fino al 30%. Altro elemento deciso a cui fare attenzione è il gas refrigerante utilizzato nei dispositivi.
“È bene scegliere un apparecchio che utilizzi i gas refrigeranti R32, invece che R410A – spiega Giovanni Fontana, responsabile della consulenza tecnica di Italtherm –. Un kg di R410A ha infatti un GWP (Global Warming Potential) di 2088 ovvero, rispetto all’effetto serra, si avrà un risultato identico a quello che si otterrebbe rilasciando 2088 Kg di CO2; diversamente, l’R32 ha un GWP di 675, quindi rispetto al primo è nettamente inferiore il suo impatto ambientale. Per questo motivo, l’UE preferisce che venga utilizzata questa tipologia di gas refrigerante. Italtherm oggi ha già migrato con tutti gli apparecchi verso l’R32, benché R410A non sia vietato. Tuttavia, è necessario compiere sia a livello di azienda che di consumatori delle scelte che possano essere positive per l’ambiente”.
In Italia chi acquista e fa installare un condizionatore può fruire di diversi tipi di incentivi.
Il primo tipo di agevolazione rientra nella normativa che prevede incentivi fiscali a beneficio di chi effettua lavori di ristrutturazione edilizia: acquistare un nuovo condizionatore mentre si ristruttura casa consente di usufruire di una detrazione IRPEF del 50% della cifra investita dilazionata in 10 anni.
C’è poi l’ecobonus: la detrazione ricollegabile al risparmio energetico ha un’aliquota del 65%, nel caso in cui l’impianto da installare sia una sostituzione di un impianto di climatizzazione già esistente e soddisfi i parametri minimi di prestazione energetica.
Chi desiderasse avere un rientro immediato delle spese può fare riferimento al “conto termico”, che opera solo nel caso in cui il condizionatore che si vuole installare superi una soglia minima di prestazione di efficienza energetica. La somma, in questo caso, verrà erogata direttamente e non sotto forma di sgravio fiscale e varia anche in base alla zona climatica in cui viene installato il condizionatore.
“Novità degli ultimi mesi è anche il decreto crescita che consente di ottenere uno sconto diretto sul prezzo del condizionatore acquistato presso rivenditori e installatori che aderiscono all’iniziativa – conclude Giovanni Fontana –. Tale sconto si ottiene tramite una vera e propria cessione del credito, dal cliente all’installatore, ottenuto tramite gli incentivi in vigore. Questa modalità presenta però numerose problematiche a scapito degli installatori e rischia di mettere in difficoltà tutto il settore. Se da una parte invitiamo quindi tutti i cittadini ad approfittare degli incentivi, auspichiamo un intervento del legislatore volto a evitare danni alle piccole imprese di installazione”.