[A cura di: prof. ing. Sandro Simoncini – Università La Sapienza di Roma]
Il mese di novembre è appena iniziato e già ci ritroviamo a fare la conta di morti, feriti e danni causati dal maltempo. Va sottolineato con forza come il problema non sia rappresentato in via principale dai fenomeni meteorologici in quanto tali, ma dal fatto che gli stessi vadano ad incidere su un patrimonio urbanistico e ambientale estremamente fragile e compromesso. Come si è purtroppo visto con i terremoti che hanno colpito il Centro Italia, la violenza degli eventi viene in qualche modo amplificata da un tessuto edilizio mediamente di scarsa qualità, che negli anni è stato trascurato in modo colpevole e sul quale non si è quasi mai intervenuti con un efficace programma di manutenzione di medio-lungo periodo.
Su quanto accaduto a Ladispoli pesa il sospetto di un problema costruttivo sul quale dovrà far luce la magistratura. Più in generale, però, sui temi della prevenzione e della sicurezza va necessariamente sollecitato uno scatto in avanti da parte delle istituzioni preposte ma anche dei privati cittadini. Chi ha la proprietà di un immobile deve entrare nell’ordine di idee di curarlo e preservarlo in modo serio e continuativo: tra l’altro, nella maggior parte dei casi, per scongiurare un danno a sé o agli altri bastano piccoli interventi, con costi assai contenuti. Come si fanno periodicamente i tagliandi e le revisioni per le automobili, a maggior ragione deve essere fatto altrettanto per le abitazioni. In questo la presa di coscienza di ciascuno deve combinarsi a un programma di controlli e verifiche da parte dei singoli Comuni che sia attento e stringente. Ciò che ad esempio è stato previsto per le caldaie, con risultati apprezzabili, può benissimo essere esteso anche ad altre componenti delle abitazioni, a partire dagli elementi strutturali delle stesse.