[A cura di: Uni]
Oggigiorno, in tutto il mondo, la richiesta di opere edili o infrastrutture presuppone velocità di realizzazione ed efficienza dei lavori di progettazione. Termini non facili da realizzare in un mercato che spesso è definito da margini ridotti, mancanze di competenze e catene di fornitura complesse. In un’economia globale di mercati e tecnologie in rapida evoluzione, spesso sono necessarie regole chiare e precise per aiutare le aziende e la pubblica amministrazione ad adattarsi ai cambiamenti e a innovarsi con successo. E le norme UNI possono contribuire a stabilire queste regole. Un esempio è dato dalle norme sul BIM (Building Information Modeling).
La digitalizzazione del processo di progettazione, costruzione e gestione di beni immobili non è un concetto nuovo. Già in passato architetti e ingegneri dovettero passare dal tecnigrafo al CAD, dalla matita fisica a quella virtuale. Il passaggio fu epocale, e con non poche problematiche.
In Italia nel 2016 il Governo Italiano ha emanato il Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, comunemente conosciuto come “Codice dei contratti pubblici”.
Tra le tante disposizioni, il Codice propone all’art. 23, comma 13, “per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici che utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari”. In breve, il BIM.
E il Ministero ha costituito una Commissione, come prevede lo stesso art. 23, che è al lavoro per redigere le linee guida attuative, che ne definiscono le modalità e i tempi di progressiva introduzione.
L’UNI ha iniziato a sviluppare le norme sul BIM nel 2007. La prima norma, la UNI 11337, pubblicata nel 2009, introduceva i concetti di informazione, interoperabilità e identificazione univoca di un’opera del settore edile. La strada era aperta, e nel giro di un decennio la UNI 11337 è “esplosa”: nel 2017, infatti, la norma ha visto la pubblicazione di ben 5 parti, tradotte anche in inglese, realizzate con lo scopo di tenere i contenuti al passo con l’articolazione dei temi e l’evoluzione tecnologica (si tratta delle parti 1, 3, 4, 5, 6 – n.d.r.).
Già adesso si può dire che la sicurezza, l’interoperabilità, il processo e la terminologia condivisa proposti dalla norma UNI 11337 contribuiranno a creare condizioni di mercato senz’altro più favorevoli all’edilizia italiana.
Ma l’attività normativa relativa al BIM non si esaurisce certo con i soli lavori nazionali. UNI segue infatti con molta attenzione il comitato internazionale ISO/TC 59/SC 13 che, su richiesta inglese, ha tradotto in norma tecnica il contributo della PAS 1192-2 (Publically Available Specification – n.d.r.).
Sono poi in corso i lavori sulla norma ISO 19650 “Organisation of information about construction works – Information management using building information modelling”, suddivisa nelle parti 1 e 2, di cui si ipotizza la pubblicazione nel corso del 2018, come lavoro congiunto con il CEN. L’UNI è presente al tavolo di lavoro e contribuisce attivamente a delinearne il testo, forte dell’esperienza sviluppata con la nostra norma nazionale UNI 11337.
Ovviamente ulteriore attenzione è posta ai lavori del CEN/TC 442, al quale UNI partecipa coordinando le attività di uno specifico task group relativo alla definizione dei LOD (Levels of Development -, n.d.r.). Si tratta di un significativo riconoscimento dovuto al fatto che in questo ambito la norma nazionale italiana si è posta all’avanguardia sul mercato europeo.
Insomma, con l’emanazione del nuovo Codice degli appalti e la proposta di decreto attuativo, il nostro Paese sta muovendo concreti e decisivi passi verso la rivoluzione BIM, che si ipotizza possa entrare in vigore negli appalti pubblici dal 2019 e diventare obbligatorio dal 2025.
L’obiettivo, in futuro, sarà quello di creare connessioni e interfacciamenti tra i molti strumenti diversi che si stanno sviluppando e favorire così la piena realizzazione del BIM nell’industria edilizia nazionale.
UNI continuerà a lavorare con la pubblica amministrazione, con l’industria e con i singoli professionisti per coordinare e supportare lo sviluppo di adeguate norme tecniche di riferimento per tutto il settore.