“L’analisi del rapporto 2016 dell’Istat sul benessere equo e sostenibile conferma la preoccupante tendenza all’aumento del fenomeno dell’abusivismo edilizio in Italia: ci si è ormai attestati su un livello di quasi 20 immobili costruiti illegalmente ogni 100 edifici realizzati, con un incremento di oltre il 13% rispetto allo scorso anno. Segnale inequivocabile di come la crisi economica di lungo periodo che ha investito il nostro Paese abbia accentuato un fenomeno storicamente assai radicato”.
Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma, che spiega come “aumenta il numero di cittadini che decidono di edificare al di fuori delle regole per risparmiare capitale ed eludere le tasse, ma allo stesso tempo crescono le aziende che, per ovviare al poderoso ridimensionamento del comparto edilizio, scelgono di sconfinare nel campo dell’illecito. Si tratta di due fenomeni non solo eticamente deprecabili, ma che provocano anche notevoli danni economici alla collettività: si privano i propri concittadini di risorse fiscali importanti e si colpiscono le aziende sane con una concorrenza sleale”.
Come illustra il professore, “tali comportamenti deprecabili trovano spesso terreno fertile nell’inerzia amministrativa di quei soggetti pubblici che non mettono in campo risorse e professionalità per un efficace contrasto. Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito come non si possa procedere alla demolizione di una costruzione per cui sia ancora pendente la domanda di condono edilizio. Principio sulla carta ineccepibile, in quanto l’eventuale abuso deve essere accertato da una istruttoria, ma che ovviamente dà adito ad opacità. Non a caso in Italia, a più di 30 anni dalla prima legge sul condono, ci sono oltre 5 milioni di istanze ancora da esaminare. Può accadere, ad esempio, che l’esame di una domanda di una costruzione palesemente abusiva, magari perché edificata in zona sottoposta a vincoli paesaggistici, sia rinviata sistematicamente dagli uffici tecnici preposti. In questo modo l’illecito non verrà certificato e non si potrà procedere con la demolizione di un edificio costruito in spregio delle leggi e della civile convivenza”.