[A cura di: Climacell – Info: climacell.it e insufflaggiocondominio.it] Chi abita all’ultimo piano di un condominio costruito prima del 2000 sa bene che i costi per il riscaldamento invernale sono molto superiori quelli sostenuti dall’unita sottostante, e talvolta risulta anche impossibile raggiungere i 20 gradi di temperatura. Sa anche che in estate si devono affrontare temperature superiori di almeno tre gradi rispetto a quelle degli alloggi dei piani inferiori. Per non parlare di quella fastidiosa muffa che si forma negli angoli fra il muro perimetrale e il solaio, estremamente difficile da togliere.
Tutto questo nessuno ce lo ha mai spiegato. In compenso ci hanno proposto lavori spesso inutili e senza alcuna giustificazione tecnica.
Cosa vi differenzia dalle unità sottostanti che in quanto a muri perimetrali, finestre, esposizione al sole ed impianto di riscaldamento sono praticamente la copia esatta del vostro appartamento? Il problema principale riguarda il solaio sopra la vostra testa che è a tutti gli effetti un muro perimetrale e che normalmente disperde più energia delle pareti verticali, mentre le unità sottostanti hanno un solaio confinante con zone riscaldate e perciò con dispersioni di calore molto limitate.
Il parametro principale che ci aiuta a comprendere dove si hanno i danni maggiori dovuti alla fuga del calore è rappresentato dalla superficie esposta verso l’esterno. Una serie di appartamenti sovrapposti ed esposti su due lati di mt 10 x 10 verso l’esterno danno per quelli intermedi una superficie esposta verso l’esterno di mq 45 di muri e 15 mq di finestre, mentre per l’ultimo piano la superficie esposta diventa di mq 45 + 100 solaio = 145 mq e 15 mq per le finestre.
Considerando che fino al 2000 l’isolamento termico non era previsto o comunque veniva fatto con spessori davvero esigui, possiamo intuire che i danni possono essere notevoli.
Un isolante termico mediamente ha un valore lambda 0,04, e la sua proprietà di isolare ha poco a che vedere con la sua resistenza meccanica o con il suo peso. Dieci centimetri di un isolamento CLIMACELL che si presenta come una ovatta valgono termicamente come 3 mt di cemento armato, oppure sette solai uno sopra l’altro!
Isolare con CLIMACELL di altezza 25 cm il sottotetto, là dove esiste, è la soluzione ideale per ridurre i consumi, annullando di fatto la dispersione termica del solaio (U 0,15) ed evitando la creazione di muffe che sono il frutto di condense ripetute di aria calda e molto umida su superfici fredde (solaio copertura) dove i batteri normalmente presenti nell’ambiente in misura innocua trovano modo di proliferare.
Con una spesa comprensiva di posa mediamente inferiore a 3000 euro per unità abitativa l’ultimo piano diventa un acquisto di pregio per i vantaggi di non aver disturbo da unità sovrastanti ma consumi e comfort parificati alle unità intermedie. Non dimentichiamo inoltre che per questo intervento è previsto il recupero fiscale fino al 75 % per tutto il 2018.
I dati contenuti sono stati valutati con la collaborazione di studi di certificazione energetica a cui va il nostro ringraziamento: Studio AGU di Luca De Cataldo; Studio tecnico Tortelli Ivan; Studio Ing. Lombardi Alessandro; nonché Panozzo Urbano della Sistema Tetto, posatore climacell specializzato nell’isolamento di tetti.
Info su climacell.it e insufflaggiocondominio.it.