Ristrutturazioni: come evitare gli errori (o rimediarvi). Il caso del bagno
[A cura di: arch. Massimo Milano, Houzz Contributor, progettista di interni Gruppo Cactus] A proposito di ristrutturazioni edilizie, uno degli ambienti maggiormente oggetto di riqualificazione è la stanza da bagno: il luogo della casa nel quale si è concentrati sulla cura di se stessi e dove lo sguardo solitamente si posa più lento su imperfezioni o mancanze. Se all’interno del bagno lo spazio non è ben composto, se risulta troppo stretto, scomodo o poco funzionale per la presenza di materiali poco adatti o male utilizzati, ne risentirà la percezione di benessere e la propria attenzione si sposterà inevitabilmente su tutti i dettagli negativi che quotidianamente si ripresenteranno davanti ai propri occhi.
9 consigli
I punti deboli di un bagno appena ristrutturato, gli errori più comuni o i difetti più frequenti riscontrati dopo la fine dei lavori possono essere superati con piccoli escamotage, utili ad alleviare quel senso di inadeguatezza e insoddisfazione causati da scelte non proprio corrette.
- Top del lavabo poco funzionale. In ambienti di medie dimensioni come il bagno, la scelta del lavabo e del suo top vertono sulla continua disputa tra estetica e praticità. Molto comune il caso di mobili con doppio lavabo che se posizionati su pareti strette finiscono per togliere centimetri utili al piano d’appoggio, dove bisognerebbe poter posare con facilità flaconi, dispenser, la spazzola o il phon.
Se lo spazio è stato calcolato male e il top risultasse sottodimensionato per il suo utilizzo, si potrebbe rimediare in parte inserendo uno specchio sovrapposto ad un pensile contenitivo, in modo da avere gli oggetti il più possibile a portata di mano e non occupare più di tanto il risicato spazio sul top. Inoltre, è sempre utile sfruttare lo spazio sotto il lavabo: se non si desidera l’effetto pieno con mobili a cassetti, si può optare per mensole, ceste o scatole su ruote.
- Top del lavabo in legno. Il legno è il più ammaliante tra i materiali che la natura ci offre; caldo al tatto, gradevole alla vista, ha però delle caratteristiche che non lo rendono assolutamente adatto a tutte le esigenze.
La scelta di un top in legno (sopratutto se lasciato “al naturale”) è in sé un modo romantico di vivere il bagno. Ma il legno richiede inevitabili accortezze che sono poco gradite a chi va di fretta o che vorrebbe un materiale inattaccabile ed inalterato nel tempo. Dover sempre asciugare bene senza far stanziare accumuli di acqua rende sofferta la convivenza con il principe dei materiali. Essendo complicato proteggere una superficie così sensibile, ogni consiglio potrebbe risultare insufficiente se non si è, da principio, disposti ad accettare un lavoro quotidiano, con prodotti specifici, per poi essere ricompensati dal suo fascino e dal suo calore.
- Fughe inaspettate o con muffe. Sulle fughe tra le piastrelle si possono verificare antipatici depositi di materiale. In un ambiente umido come il bagno la muffa è un’insidia costante che richiede una manutenzione altrettanto assidua. Esistono prodotti specifici per rimuovere questi fastidiosi fenomeni più o meno prevedibili che non dipendono dal colore utilizzato per il fugante bensì da una cattiva impermeabilizzazione del sottofondo e dalla presenza di vapore in eccesso che per vari motivi non si riesce ad eliminare.
Di sicuro aiuta far circolare spesso l’aria all’interno dell’ambiente e trattare semplicemente le fughe munendosi di uno spazzolino, acqua ossigenata e candeggina. Quei 2/3 mm di stacco tra una piastrella e un’altra sono notoriamente anche causa di alcuni pentimenti estetici, durante o subito dopo la posa. Solitamente, per scegliere il materiale da rivestimento, lo si vede sul pannello di uno show-room. In alcuni casi può capitare di vedere una serie di campioni montati senza le “necessarie” fughe che assicurano planarità alla superficie. Molti rivenditori o aziende, infatti, illustrano i propri prodotti montati senza fughe per trasmettere al cliente il più possibile l’effetto omogeneo della superficie, che la rende molto più rifinita e naturale. Composizioni con lastre, effetti legno o mosaici pre-incisi devono essere progettati considerando il colore della fuga e la scansione dei moduli per una ottimale resa cromatica e spaziale.
- Pavimenti in resina. La superficie continua che avvolge pavimenti, pareti e anche piani di appoggio assicura fluidità alle superfici, modellandosi senza rilievo e donando al bagno l’aspetto di un centro benessere e non di un semplice ambiente di servizio. Durante l’ultimo decennio sono stati però innumerevoli i pentimenti e le lamentele di tanti innamorati della resina, delusi da risultati mediocri che hanno addirittura peggiorato l’estetica e la funzionalità dello spazio.
Fessurazioni, aloni o usura della superficie le più comuni problematiche, ma anche e soprattutto opere eseguite non a regola d’arte da parte di avventori senza scrupoli. Se la resina può talvolta rivelarsi una nemica invece che un’ospite gradita, non sarà comunque necessario eliminarla. Per rimediare si potrà ricoprire e per scegliere un buon posatore basterà rivolgersi ai professionisti certificati. Come riconoscerli? Principalmente dalla cura da loro riposta nell’analisi delle condizioni dell’ambiente da riqualificare; il modus operandi è il biglietto da visita di chi sarà anche in grado di eseguire un buon lavoro.
- Pavimento in parquet. Da sempre protagonista nelle saune e negli spazi del benessere, il pavimento in legno crea le stesse problematiche riscontrate per il top. Le zone più critiche all’interno del bagno sono le fasce di pavimento limitrofe alla doccia, al lavabo e ai sanitari. In quei punti l’eventuale accumulo d’acqua tende a far scurire anche in poco tempo le doghe di parquet. Tutto questo succede se il materiale non è di prima qualità, se il sottofondo presenta problemi di umidità di risalita o, semplicemente, se non si è soliti utilizzare con attenzione tappeti o stuoie per proteggere la superficie.
Se si vogliono ripristinare delle zone di parquet ammalorate, le si può rimuovere e sostituire con la posa di un altro materiale, come la resina o il grès. L’effetto finale dipenderà dalle finiture utilizzate, cercando di privilegiare sempre il parquet come protagonista e affiancandolo ad una finitura neutra, in modo che l’effetto finale sia equilibrato e non un maquillage posticcio, difficilmente sopportabile.
- Sanitari colorati. Con il passare dei decenni ritornano le mode e oggi vediamo riproporsi toni cromatici tenui sui sanitari. Il colore è un’espressione del gusto personale ma l’equilibrio compositivo è sempre molto instabile, quindi basta eccedere o scegliere casualmente il colore e la forma dei sanitari per ritrovarsi 2 ospiti indesiderati nel proprio bagno.
L’effetto di un colore cambia notevolmente se la superficie è lucida o opaca. Scegliendo i sanitari colorati si ha il timore di inserire un prodotto ai limiti del kitsch, ma se l’opacità del materiale ne caratterizza anche la sua modernità (in antitesi con i colori lucidi degli anni Ottanta), la scelta di un colore tenue coordinato con altri elementi interni all’ambiente ne fa dei protagonisti di tendenza.
- L’Illuminazione. In ogni ambiente ben arredato, con materiali e complementi di gusto, la valorizzazione dello spazio avviene attraverso una corretta illuminazione, soprattutto artificiale. Dosare bene i flussi luminosi e scegliere gli apparecchi illuminanti adeguati all’effetto da ricreare è fondamentale per ottenere un’atmosfera rilassante e il benessere visivo. Molti bagni sono ben studiati, ma spesso non si è soddisfatti dell’atmosfera o di come sono valorizzati i vari complementi d’arredo. La causa è spesso imputabile ad una scorretta distribuzione delle varie fonti luminose, con risultati qualitativamente scarsi per la presenza di zone in ombra e altre con luce quasi abbagliante. La luce giusta è quella funzionale alla zone dell’ambiente da illuminare: in doccia per ricreare una luce di contorno o sopra lo specchio per radersi o truccarsi, i corpi illuminanti vanno posizionate in punti studiati e utilizzando le giuste intensità e temperature, in modo da ottenere un effetto dinamico e coinvolgente.
- Lo spazio non risolto. Materiali belli e magari anche costosi, complementi eleganti ma distribuiti male all’interno dello spazio. Basta non dare le giuste distanze ai vari elementi e il bagno può diventare un piccolo ripostiglio o un dispersivo garage, poco pratico, scomodo da utilizzare.
Tentativi arditi di far entrare tutto, comunque, in uno spazio che non lo consente creano spiacevoli sorprese a fine lavori: l’anta della doccia che, aprendosi, urta un sanitario o la posizione sbagliata della porta rispetto al mobile lavabo sono solo esempi di tanti inconvenienti evitabili se affrontati con una sensata progettazione.
- La mancanza di identità. La paura di osare tende a far preferire scelte estetiche molto timide. I bagni monocolore, o peggio, i bagni nei quali i colori sono di toni molto vicini tra loro creano un’atmosfera troppo rarefatta e piatta. La famosa nota di colore non è solo una bizzaria personale da adottare per dare lustro al proprio gusto ma la necessità di dare brio ad un ambiente addormentato e senza identità. Se un bagno risulta monocromo e banale, si può sostituire un elemento come la cornice di uno specchio, il mobiletto pensile o il radiatore scegliendoli di un colore vivace. Non faranno miracoli ma proveranno a ridare un pizzico di gioia ad un bagno asettico.