Ipotesi olimpica tramontata. È il momento di tornare ad occuparsi delle problematiche ordinarie della Capitale, tra cui urbanistica, edilizia, riqualificazione delle periferie. Questo, in estrema sintesi, il pensiero dell’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma, che spiega: “Con le parole di Giovanni Malagò si chiude finalmente l’avventura della candidatura di Roma all’organizzazione delle Olimpiadi del 2024. Sono stati mesi estenuanti per la città, che ha vissuto una situazione ai limiti del paradosso: da un lato le velleità di un pugno di manager autoreferenziati, ostinati a portare avanti un progetto opaco e farraginoso; dall’altro le difficoltà di una cittadinanza fiaccata da una quotidianità fatta di emergenze, criticità e disservizi. L’auspicio è che si volti pagina una volta per tutte e che ogni singola goccia di energia sia spesa affinché venga innanzitutto gestito bene l’ordinario: la Capitale ha tremendamente bisogno di essere normalizzata”.
Quindi, Simoncini puntualizza: “Del presidente del Coni va certamente apprezzato lo stile asciutto e sobrio, ma non si può non rimarcare che la scelta di Milano per ospitare la sessione del Cio 2019, al pari del passaggio sul disimpegno dalla realizzazione di nuovi impianti sportivi per Roma, suonino come una risposta stizzita al legittimo no espresso dall’Assemblea Capitolina sui Giochi. Anche affermare che, senza la rinuncia di Virginia Raggi, Roma ce l’avrebbe senz’altro fatta è privo di senso: primo perché manca un riscontro oggettivo, secondo perché non si conosce il prezzo che i cittadini romani e gli italiani tutti avrebbero dovuto pagare negli anni successivi all’evento. Ora, archiviata definitivamente la questione Olimpiadi, l’attenzione deve essere posta sulle reali problematiche della città: trasporti, gestione rifiuti, decoro, riqualificazione delle periferie, riconversione di apparati industriali e produttivi dismessi, consumo di suolo, messa in sicurezza del patrimonio edilizio. La Giunta, seppur con colpevole ritardo, è stata completata e deve necessariamente produrre un cambio di passo nella sua attività. Chi ha ottenuto un così largo consenso popolare in occasione delle elezioni deve dimostrarsi all’altezza del compito e dare segni inequivocabili di avere chiara in mente un’idea di città. Altrimenti anche la questione olimpica sarà stato poco più di un diversivo per le masse”.