I due terzi delle famiglie che risiedono nella Capitale vivono in abitazioni costruite prima del 1974 (anche se c’è da notare che Roma supera la media delle altre grandi città per quanto riguarda le case di recente costruzione). Malgrado ciò, tuttavia, come rimarcato dal presidente di Tecnoborsa, Valter Giammaria “il 52,7%, cioè oltre la metà delle famiglie romane, non ha fatto e non prevede di far fare alcuna verifica sul proprio immobile, valore leggermente al disotto di quello medio. Sul fronte opposto, comunque, il 32,4% dichiara di aver già preso provvedimenti in tal senso, e in questo caso Roma è leggermente sopra la media, mentre il 14,9% prevede di intervenire nel prossimo futuro. Inoltre, nel 18,5% dei casi sono stati eseguiti interventi per rendere più sicuro l’immobile in cui si vive, e in questo caso Roma è stata la meno attiva tra le grandi città”.
A chi ha effettuato lavori per consolidare il proprio immobile è stato chiesto dove si è intervenuti, e per oltre la metà dei casi (51,6%), è stato consolidato l’intero edificio, valore prossimo a quello medio; la quota per le sole pareti interne e perimetrali ammonta a poco più di un terzo degli intervistati (34,1% contro il 32,6% di media); la quota per i lavori alle fondamenta è del 17,4% (con Roma fortemente sopra la media del 10,8%); infine, solo il 3,9% è intervenuto sui solai (contro il 12,4% di media).
A coloro che invece non hanno ancora effettuato interventi è stato chiesto se c’è un’intenzione futura e il 5,8% si è dichiarato a favore rispetto a una media nazionale del 6,1%; in particolare: oltre la metà intende intervenire su pareti interne e perimetrali (53,4% contro il 35,9% di media); il 34,2% pensa di consolidare l’intero edificio (valore decisamente sotto la media del 50,7%); il 12,4% vorrebbe consolidare i solai (più del doppio del 6% di media); al contrario solo il 6,3% vorrebbe rafforzare le fondamenta (a differenza del 13,5% di media).
Anche se Roma non si trova in una zona ad elevato rischio sismico, e dunque non c’è una reale percezione di pericolo, si è voluto fare una verifica su coloro che, benché residenti nella Capitale, possiedono una seconda casa nel nostro Paese: si tratta del 13,9% degli intervistati, dei quali il 2,1% ha affermato di aver subito danni strutturali a causa di un evento sismico, valore perfettamente in media con le altre grandi città.
“Inoltre – ha puntualizzato il presidente Giammaria – il 15,8% di chi possiede una seconda casa ha affermato di aver richiesto a un professionista una certificazione per conoscere la condizione strutturale del proprio edificio, e il 23,2% prevede di farlo fare nel prossimo futuro. C’è da sottolineare che il 15,9% delle famiglie ha effettivamente fatto eseguire interventi per rendere sicura la propria seconda casa contro il 18,1% rilevato nelle grandi città”.
In particolare: il 33,4% è già intervenuto su pareti interne e perimetrali (19,4% la media grandi città); idem per i solai (17,2% la media); il 26,7% ha eseguito lavori sulle fondamenta (14% la media); infine, solo il 13,2% ha consolidato l’intero edificio, contro il 51,6% delle grandi città. C’è da sottolineare che, a fronte di un 1% di media che prevede interventi per rendere più sicura la seconda casa, a Roma si è pronunciato a favore più del doppio, il 2,5%.
Infine, Tecnoborsa ha chiesto agli intervistati se avessero adottato alcuni degli accorgimenti suggeriti e resi noti dal dipartimento Protezione Civile: il 23,4% ha risposto affermativamente, valore sostanzialmente in media con le grandi città. Inoltre, Giammaria ha evidenziato che: “Il 39% delle famiglie romane intervistate sarebbe favorevole all’istituzione di un’assicurazione obbligatoria sui rischi derivanti da calamità naturali ed è in linea con le maggiori città italiane. In proposito, è importante sottolineare che, nel caso di chi possiede una prima casa, il 23,7% delle famiglie romane si è già tutelato con un’assicurazione contro eventuali danni causati da calamità naturali (27,4% è la media), mentre, per quanto riguarda i proprietari di una seconda casa, c’è un ulteriore 17,9% che si è protetto a sua volta (18,5% è la media)”.
Analogamente, è stato chiesto alle famiglie di pronunciarsi nei confronti dell’istituzione di un fascicolo di fabbricato obbligatorio, sia sulla prima che sulla seconda casa, per conoscere le condizioni strutturali degli immobili, e qui il valore su Roma è del 50%, mentre il valore medio totale è del 49,2%.
Infine, l’indagine Tecnoborsa è andata a sondare presso le famiglie romane il livello di conoscenza del Sismabonus su edifici di civile abitazione (prima e/o seconda casa), sulle parti condominiali e sugli edifici adibiti ad attività produttive per un importo complessivo pari a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno: ebbene, il 20,2% a Roma ha risposto affermativamente, contro una media pari al 18%.