Terremoti e prevenzione: torna d’attualità il fascicolo del fabbricato
Il violentissimo sisma che ha devastato diverse aree del Centro Italia ha riportato di grande attualità – come purtroppo accade all’indomani di ogni analoga catastrofe senza che poi alle parole seguano i fatti – due importanti tematiche: la pericolosità morfologica di ampie fette del territorio e, di conseguenza, la diatriba sulla necessità dell’adozione obbligatoria del fascicolo del fabbricato. Tra i primi ad intervenire su entrambe le questioni, Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi: “In Italia almeno 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico. La zona dell’Italia centrale colpita è riconosciuta come ad alto rischio sismico del resto come la quasi totalità della catena appenninica, da nord a sud. Questa volta si è mossa una faglia appenninica di tipo distensivo. Ma l’Italia intera è in pericolo, proprio perché è un paese geologicamente giovane e di frontiera. In generale il rischio è più spinto lungo l’Appennino e poi meno eclatante man mano che ci si allontana da esso. Ma non ci sono territori totalmente esenti”.
Fin qui la situazione in essere. Ma è possibile intervenire? Fare qualcosa di concreto affinché, se l’evento in sé è inevitabile, non lo siano anche le sue più drammatiche conseguenze? Come puntualizza Peduto: “Noi geologi da anni diciamo che in Italia siamo ben lontani da una cultura di prevenzione. Innanzitutto sarebbe necessaria una normativa più confacente alla situazione del territorio italiano. Noi proponiamo un fascicolo del fabbricato con una classificazione sismica degli edifici. Fondamentale anche un piano del Governo per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici. Perché cresca la coscienza civica dei cittadini nell’ambito della prevenzione sismica bisognerebbe cominciare a fare anche una seria opera di educazione scolastica che renda la popolazione più cosciente dei rischi che pervadono il territorio che abitano . Non dimentichiamo che, secondo alcuni studi, una percentuale tra il 20 e il 50% dei decessi, in questi casi, è causata da comportamenti sbagliati dei cittadini durante l’evento sismico”.