“I locali commerciali dei piccoli centri cittadini sono a rischio di estinzione. Ogni anno centinaia di attività commerciali chiudono i battenti o si spostano nei centri commerciali periferici ai centri abitati, incrementando il processo di desertificazione dei centri storici. Occorrono politiche di pianificazione urbanistica e incentivi fiscali che agevolino i commercianti a ritornare nel centro delle piccole e medie città”. A denunciarlo è la Fimaa Confcommercio, che aggiunge: “Partendo da tali presupposti, non possiamo che condividere in toto la proposta d’introdurre la cedolare secca per le locazioni commerciali per dare nuovo slancio al mercato e calmierare il prezzo degli affitti. Una soluzione propositiva per il mercato immobiliare, che potrebbe giovarsi del recupero edilizio dei tanti locali commerciali in disuso o peggio ancora abbandonati, a vantaggio del decoro delle città. È un modo efficace per combattere la desertificazione aiutando nel contempo la ripresa immobiliare”.
La Federazione degli agenti e mediatori d’affari, spiega che “Negli anni ’80 e ‘90 molti cittadini hanno investito i loro risparmi in immobili ubicati in zone centrali anche per poter usufruire dei servizi e dei tanti vantaggi correlati alla posizione, come quello di fare la spesa senza la necessità dell’utilizzo dei propri mezzi, a beneficio dell’ambiente. Oggi, paradossalmente, proprio a causa della chiusura dei locali commerciali nei centri storici, gli stessi cittadini sono costretti a lunghe maratone in mezzo al traffico per raggiungere i centri commerciali ubicati nelle periferie”.
Ma non è tutto. Il presidente Fimaa, Santino Taverna, pone l’accento anche sul fatto che “la desertificazione dei centri storici riguarda pure il tema della sicurezza. Le vetrine spente e le saracinesche abbassate dei negozi dei centri storici delle piccole e medie città sono spesso l’anticamera della criminalità, che alimenta l’insicurezza dei cittadini. Favorire il recupero attraverso la riqualificazione energetica del già edificato, permetterebbe molteplici vantaggi per la comunità, contribuendo nel contempo alla ripresa del mercato immobiliare”.
Il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, pone invece l’accento soprattutto sul tema della fiscalità immobiliare : “Contro la crisi del commercio retail nelle grandi città, Confcommercio ha chiesto al Governo l’introduzione della cedolare secca sui canoni di locazione non abitativa. Riteniamo che questa misura possa veramente concorrere in modo serio alla soluzione del problema, in quanto introdurrebbe un fattore di forte calmieramento del costo degli affitti commerciali. Da un lato l’alleggerimento della pressione fiscale per il locatore e dall’altro il superamento del meccanismo dell’incremento del canone, compresa la rivalutazione Istat, per il conduttore, costituiscono due elementi di freno al rincaro progressivo dei canoni, causa, tra le principali, dell’abbandono o della delocalizzazione delle attività commerciali”.