IMMOBILI: GLI ACQUIRENTI RICHIEDONO MAGGIORI TUTELE E SGRAVI FISCALI
[A cura di: Abitare Co.]
Lo scenario di instabilità offerto dai mercati finanziari ha lasciato spazio ad un recupero di appetibilità del mercato immobiliare. Questo grazie anche ad agevolazioni fiscali e tutele dei consumatori che gli intermediari possono mettere a disposizione dei propri clienti. È quanto sostiene Abitare Co., società di intermediazione immobiliare di riferimento per la piazza milanese, il cui amministratore delegato, Giuseppe Crupi, spiega: “Dopo gli ultimi anni bui, i primi mesi dell’anno 2016 hanno confermato i segnali di una lenta ripresa del mercato immobiliare italiano, già riscontrati alla fine del 2015. La congiuntura negativa sembra esaurirsi e ha preso avvio il tanto atteso recupero. Basti pensare che nel 2015 in Italia il numero di transazioni normalizzate nel settore residenziale è passato dalle 95.455 del primo trimestre alle 127.553 del quarto trimestre, di cui oltre il 20% concentrate sul territorio Lombardo”.
Di qui una riflessione improntata all’ottimismo: “I dati di mercato ci confermano che è tornato il desiderio di investire nell’ambito immobiliare, ma l’acquisto di una casa segue un processo delicato e articolato e il consumatore, indipendentemente dall’utilizzo che desidera farne, va accompagnato non solo nell’individuazione dell’immobile rispondente alle proprie esigenze, ma anche nella fornitura di servizi e garanzie che gli permettano di sentirsi tutelato”.
Esigenze del cliente
In quest’ottica, Abitare Co. Fa proprie tali esigenze, integrando la sua offerta con servizi in grado di soddisfare le recenti necessità. Puntualizza ancora Crupi: “È importante fare una distinzione tra acquisto per uso abitativo e per investimento e creare un’offerta di servizi e garanzie ad hoc per soddisfare le specifiche esigenze. Per fare un esempio, al compratore che desidera investire nell’acquisto di una casa da mettere in affitto, offriremo una serie di garanzie per tutelarlo sia dal punto di vista qualitativo (es. ricerca di un affittuario che abbia determinati requisiti) che economico (es. garanzia locativa con copertura assicurativa e rischio locativo: perdita lavoro per dipendenti, perdite pecuniarie per mancato pagamento affitto e deposito cauzionale con assistenza legale)”. Conclude Crupi: “I cambiamenti strutturali ci hanno sicuramente agevolato, ma siamo certi che, una volta cavalcata quest’onda, per mantenere il trend crescente della domanda è fondamentale sgravare sempre più il cliente da tutta una serie di problemi o preoccupazioni legate all’acquisto e alla messa a reddito di una casa e ciò lo porrà nella condizione di investire sempre più nel mattone”.
Fattori di ripresa
Diversi i fattori che hanno contribuito alla ripresa, a partire dalla legge di Stabilità n. 208 del 28/12/2015 che ha definito che, per l’anno 2016, gli italiani proprietari di prima casa non devono pagare più IMU e TASI, indipendentemente dal reddito del contribuente. Non solo. Una grande spinta nel settore delle nuove costruzioni è stata favorita dalla possibilità di usufruire di una detrazione Irpef del 50% dell’Iva pagata (dal 1° gennaio 2016), per l’acquisto dall’impresa costruttrice fatto entro il 31 dicembre 2016 – fa fede l’atto notarile -, di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B. La detrazione dovrà essere ripartita in 10 anni. Ma non solo: detrazione del 50% del costo di costruzione del box e per le giovani coppie bonus mobili che in presenza di specifici requisiti permette di usufruire di un limite massimo di spesa usufruibile di € 16.000.
Altri benefici
Le novità non riguardano solo le nuove costruzioni ma anche gli interventi di ristrutturazione effettuati sulla casa a destinazione residenziale, per i quali è prevista una detrazione del 50% (fino ad un tetto massimo di euro 96.000) e sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici (fino a euro 10.000), oltre alla possibilità di usufruire di un’IVA agevolata del 10% sui suddetti lavori.
Un’ulteriore agevolazione per chi acquista per investimento è rappresentata dall’affitto a canone concordato. Alcune città italiane hanno infatti rinnovato gli accordi territoriali adottando, come alternativa ai contratti a canone libero, quelli a canone concordato, disciplinati dalla Legge numero 431 del 1998. Prendendo spunto dal famoso “equo canone”, l’affitto a canone concordato è in grado di tutelare sia il conduttore (tetto massimo per il canone da pagare e detrazioni fiscali, in base al reddito), sia il locatore (contratti più brevi e agevolazioni fiscali – riduzione della tassa di registro). Se ci si avvale di questa tipologia di contratto diminuisce la tassazione legata alla cedolare secca che passa al 10% per il quadriennio 2014-2017 e dal 2018 al 15%.
È prevista inoltre, in caso di acquisto, costruzione o ristrutturazione di unità immobiliari da destinare alla locazione, una deduzione dell’Irpef del 20%. Possono beneficiarne le persone fisiche non esercenti attività commerciale che possono dedurre dal reddito complessivo risultante ai fini IRPEF il 20% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017, fino ad un massimo di 300.000 euro. Il beneficio fiscale va ripartito in 8 quote annuali.
I diversi cambiamenti dello scenario hanno portato il consumatore a rivalutare la casa come bene su cui investire, indipendentemente dal fine per il quale si acquista: abitativo o investimento.