[A cura di: Gabriele Bruyère e Andrea Casarini – presidente e
segretario nazionale Uppi]
L’Agenzia delle Entrate ha inserito nelle visure catastali la
superficie espressa in mq degli appartamenti, degli uffici e degli immobili a
destinazione pubblica. Rimangono esclusi tutti quegli immobili per cui non è
stato possibile effettuare le misure a causa della mancanza delle planimetrie,
oppure le stesse se esistenti, non sono state ben riprodotte in scala. Per
quanto riguarda, invece, gli immobili con categoria C, la metratura espressa in
mq è sempre stata indicata, mancando i riferimenti del numero dei vani.
L’obiettivo dell’Agenzia è quello di rendere più trasparente e più
chiara la lettura della visura catastale e, naturalmente, evidenziare le grosse
disparità inserite nell’attuale Catasto dovute agli accatastamenti più datati
rispetto quelli più recenti. L’Uppi ha sempre sostenuto che la riforma del
Catasto deve essere attuata proprio perché di fatto esistono situazioni con
rendite catastali errate e non proporzionate alle rendite catastali dei
fabbricati accatastati recentemente. Il vero problema, comunque, è quello della
tassazione: con l’attuale e assurdo sistema di tassazione immobiliare,
diventerebbe praticamente impossibile mantenere invariato il gettito, attuando
la riforma del catasto ai valori di mercato.
Grazie ai numerosi Convegni da noi organizzati nel
2015, abbiamo fatto capire che con l’attuale sistema di tassazione immobiliare
la riforma del catasto attuata in questo momento sarebbe stata la fine del
mercato immobiliare. Comunque si deve riconoscere all’Agenzia delle Entrate il
grande e poderoso sforzo effettuato. Ora non resta che cominciare a verificare
i propri immobili anche dal punto di vista della superficie, facendo correggere
ai tecnici dell’Uppi gli eventuali errori di calcolo delle planimetrie. In ogni
caso, i proprietari immobiliari stiano tranquilli: per ora le rendite non
cambiano!